martedì 29 gennaio 2008

martedì 29 gennaio 2008, ore 21
Taverna Est
In collaborazione con
Galleria Toledo e I Teatrini
SANTA LUCIA DELLA BELLA SPERANZA
regia e drammaturgia di Sara Sole Notarbartolo

Con
Giulio Barbato, Valenzuela Benegas, Ilaria Migliaccio, Valentina Carbonara

Il brefotrofio di “Santa Lucia della Bella Speranza” è in fiamme.
Unici indagati quattro ragazzini dalle facce impaurite e dagli occhi sinceri che continuavano a vivere nell’Istituto anche dopo che questo era stato chiuso.
Negli interrogatori si scopre che avevano taniche di benzina, esplosivi, fiammiferi e le valigie pronte vicino alla porta.
Che in passato, quando ancora c’erano i preti, avevano già manifestato un certo amore per il fuoco.
Che hanno tutte le ragioni per realizzare il loro piano criminale.
Che però, in realtà, molto probabilmente, sono completamente innocenti.

Santa Lucia della Bella Speranza è un progetto che prende vita in Italia e muove i primi passi in Bosnia, a Mostar, all’interno dell’orfanotrofio Egiptian Village, in cui abbiamo avuto la possibilità di incontrare, di guardare negli occhi, i protagonisti della storia che stavamo raccontando.
Lì abbiamo offerto un laboratorio teatrale e in cambio abbiamo avuto la possibilità di scoprire davvero, dal di dentro, come può essere la vita di una comunità di bambini senza genitori.
Siamo rimasti stupiti da tutta la forza di queste piccole persone ed è con questo riferimento costante che abbiamo iniziato a definire la personalità e il possibile vissuto dei quattro orfani di cui stiamo raccontando.
La drammaturgia nata in questa esperienza si è definita e conclusa in testo teatrale in Argentina, nella provincia di Buenos Aires dove altri occhi di altre storie hanno costituito il tassello mancante, l’atto conclusivo.
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Teatro ELICANTROPO

mercoledì 30 gennaio 2008, ore 21
Claudia Puglisi (Palermo)
San Bernardo
scritto e diretto da Claudia Puglisi
PREMIO USTICA 2007
Con Aurelio Ciaperoni, Dario Frasca, Claudia Pugliesi, Diana D’Angelo, Valentina Apollone, Alessandro Claudio Costagliela, Ingegnere: Salvatore Equizzi.


Il testo gioca sulla straordinaria coincidenza per la quale il santo patrono di Corleone, è proprio S. Bernardo (convertitosi dopo avere ucciso diversi uomini, molti dei quali appartenenti alle forze dell'ordine).
La storia racconta gli ultimi giorni che precedono la cattura del boss latitante.
In una casa di campagna un vecchio malato è costretto a letto; di lui si occupano diverse donne. Gli parlano, gli raccontano cosa succede fuori, e attraverso loro ripercorriamo alcuni momenti della vita di quest'uomo. Ma chi è quest'uomo? Sul muro, a sinistra del letto, che ospita il vecchio, dentro una enorme cornice, un cane san bernardo ansima continuamente. Ai due faranno visita alcuni ospiti, chi per offrire il proprio aiuto, chi per sbaglio, chi per interrogare il suo santo su un'importante "questione". Ma le risposte del vecchio saranno incomprensibili, esattamente come quelle del cane (d'altronde cosa potrebbe fare un cane se non abbaiare?), smorfiate dalle donne attraverso l'uso dei celebri "pizzini". Ognuno degli ospiti, che come in processione andranno a fare visita al santo, in fondo non necessita di una vera risposta, ma più che altro di una giustificazione ai propri progetti. Il testo si conclude con la cattura del boss. Restano in sospeso alcuni interrogativi (come l'ipotesi di una soffiata, quindi di un tradimento) e sopratutto resta incerto il futuro di quanti avevano pregato il loro santo nella speranza di una vita migliore.


giovedì 31 gennaio 2008, ore 21
Babilonia Teatri
made in italy
di e con Valeria Raimondi ed Enrico Castellani
coproduzione Operaestate Festival Veneto
PREMIO SCENARIO 2007

Il Nord Est italiano ritratto come fabbrica di pregiudizi, volgarità e ipocrisia; straordinario produttore di luoghi comuni sciorinati come litanie, e di modelli famigliari ispirati al presepe ma pervasi da idoli mediatici, intolleranza, fanatismo. Il made in Italy è un prodotto dozzinale e tragicamente umoristico, raccontato in uno spettacolo apprezzabile per compiutezza, in cui la comicità non è ottenuta dal meccanismo televisivo della barzelletta, ma dalla durata dell’elenco e dalle impercettibili ma fortissime variazioni, grazie a una sensibilità per le virtù e le potenzialità della parola che si fa maestria del contrappunto musicale. Strutture verbali semplici ma efficacissime fanno sbottare il riso e la percezione del non senso, in un lavoro che coniuga sapientemente stilizzazione interpretativa e parossismo gestuale. Con un ritratto spietato delle “sacrosante” manifestazioni del tifo calcistico e delle telecronache enfatiche e patriottarde, normalmente rese impercettibili dalla generale assuefazione. Un lavoro dove si infrangono con sagacia e leggerezza tabù e divieti, per rilanciare anche il teatro oltre gli schemi e i conformismi.
(motivazione della Giuria del Premio Scenario 2007)

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